PARTITA
CHIUSA?
Quella
matematica che tanto abbiamo odiato ai tempi del liceo è ora l’unica cosa
che ci aiuta. Le flebili speranze di promozione del Napoli sono legate a due
avvenimenti molto improbabili, addirittura "miracolosi": il disastro
dell’Empoli e della Reggina, e l’exploit della squadra partenopea.
L’esperienza di
chi vive nel calcio dovrebbe insegnare qualcosa. I colpi di scena sono
frequenti, e grazie ad essi la Juve può sfoggiare il suo ventiseiesimo titolo,
ma la situazione Napoli è alquanto diversa.
Le occasioni
favorevoli si sono presentate, e non sono state colte. Oggi, un pareggio
deludente ha forse messo fine alla rincorsa verso la massima serie.
Le partite che
restavano dovevano essere vinte tutte. Con grinta, determinazione, sagacia
tattica, ma qualcosa è mancato, e, nei fatti, il Napoli non è andato oltre un
1-1, che lo condanna inesorabilmente ad un altro anno di serie B.
Troppe voci, troppo
poca concentrazione per questo finale di campionato. Già Vidigal si
preoccupava di congedarsi dal declassamento vissuto nella serie B italiana ,
con la mente già ai mondiali del Giappone. De Canio ha sempre ripetuto, in
recenti interviste su tutti i quotidiani, che non c’è possibilità di avere
un futuro e di programmare. Tanti altri hanno ricevuto offerte e sono già
pronti con la valigia, verso altre squadre, ceduti da dirigenti poco
lungimiranti e poco competenti, e incoraggiati dalla precarietà della
situazione azzurra. Tirava l’aria del "si salvi ci può": come
essere concentrati in questa situazione?
Tra tutte questa
sciagure c’è un elemento positivo.
La resa dei conti,
senz’altro.
E’ finito il
tempo dei bluff, con continui rinvii del necessario aumento di capitale per
ripianare le perdite. Corbelli ci sperava ancora una volta. Già pensava di
impegnare gli introiti della futura annata in serie A per non sborsare nulla e
cavare ancora soldi dal Napoli, pronto a "saccheggiare" le tasche ed
i cuori dei tifosi, senza dar nulla loro in cambio.
Gli è andata male.
Il 23 maggio sarà il giorno della verità. E chiudiamo con un augurio al
professor Minervini : imponga a tutti di fare chiarezza e giocare finalmente a
carte scoperte. E’ tempo di voltare pagina.
di Flavio Riccelli
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