In
questo
calcio
dilaniato
dai
debiti
urge la
presenza
di
grossi
manager,
di
uomini
competenti
nell’amministrare
l’azienda
calcio.
Uno di
questi,
è
senz’altro
l’avv.
Federico
Scalingi,
55 anni
ex
amministratore
unico
dell’ultimo
Napoli
ferlainiano,
attualmente
oltre ad
esercitare
la sua
professione
è
rimasto
nel
mondo
del
calcio
ricoprendo
il
prestigioso
ruolo di
componente
della
CAF,
ovvero
la
Cassazione
del
calcio
italiano.
Con lui
cerchiamo
di
capire
come si
è
arrivati
alla
crisi
finanziaria
del
Napoli
degl’ultimi
anni.
Simpaticamente,
prima di
iniziare
l’intervista
si
dichiara
tifosissimo
del
Napoli e
certo di
morire
su una
poltroncina
del San
Paolo,
premesso
ciò, si
concede
alla
nostra
intervista
prettamente
nella
veste di
amministratore
e ci
racconta
come si
vince un
campionato
di serie
B.
Incominciamo
a
parlare
della
sua
esperienza
negli
uffici
di
Soccavo...
Devo
dire che
è stata
un’
esperienza
esaltante
condita
di
grosse
difficoltà
ma anche
da un
gioia
finale.
Sono
stato
nel
Napoli
nel
bienno
1998-2000,
due anni
di serie
b molto
duri e
molto
difficili
da
gestire
oltre
che a
livello
economico
anche a
livello
ambientale.
Nel
primo
anno
perché
si fallì
la
promozione
con
Ulivieri
?
Diciamo
che fu
un anno
balordo,
infatti
con il
fatto
che
continuavamo
ad avere
un buon
contratto
con la
pay tv,
per
l’esattezza
avevamo
il
quarto
miglior
contratto
seppure
eravamo
in B,
investimmo
abbastanza
in
campagna
acquisti
costruendo
una
squadra
molto più
forte di
quella
che
l’anno
dopo ci
portò
in serie
A.
Purtroppo
i
risultati
di
inizio
campionato
non
eccelsi
fecero
incrinare
i
rapporti
tra Ferlaino
e il
direttore
generale
Juliano
e
l’ambiente
si sfaldò
completamente.
La
situazione
cambiò
completamente
l’anno
successivo
vero..?
Si
confermo,
l’anno
successivo
con una
squadra
inferiore
alla
precedente
conquistammo
la
promozione,
fu la
vittoria
di
Novellino,
fu la
vittoria
soprattutto
della
società
che
programmò
la
promozione
con
raziocinio
e
soprattutto
seppe
creare
attorno
alla
squadra
un
ambiente
fantastico,
dal
presidente
Ferlaino
a Boldoni,
da Fusco
al
sottoscritto,
eravamo
costantemente
vicini
alla
squadra.
A
proposito
perché
non
confermaste
Novellino
visto
che lei,
Ferlaino
e la
piazza
stravedevate
per
Walter?
Putroppo
la
opzione
che
avevamo
con lui
era
finalizzata
alla
promozione,
a marzo
ci
chiese
la
disponibilità
a
rinnovargli
il
contratto
visto
che
aveva
ricevuto
già
l’offerta
del
Piacenza,
noi
purtroppo
a
quel
tempo
non
potevamo
dargli
alcuna
certezza
e così
di
comune
accordo
sciogliemmo
questo
diritto
d’opzione.
Fu un
vero
peccato
che
perché
dalla
mancata
conferma
di Novellino
e dal
successivo
arrivo
di Zeman
incominciarono
i guai
del
Napoli
attuale.
Come
giudica
il suo
operato
nell’azienda
Napoli?
Sono
orgoglioso
di poter
dire che
sono
l’ultimo
vincente,
l’ultimo
dirigente
che ha
vinto.
Per il
resto
oltre
che la
promozione,
mi
prendo
il
merito
di avere
fatto
costruite
gli
spogliatoi
di
Marianella
con gli
incassi
della
coppa
Italia
con le
partite
contro
il Bari
e la
Juventus,
di aver
avuto
uno
splendido
rapporto
professionale
con il
perdonale
amministrativo
del
calcio
Napoli,
davvero
di primo
ordine.
Quale
era la
situazione
finanziaria
della
società?
Gli
stipendi
venivano
pagati a
quel
tempo?
I
bilanci
venivano
approvati
regolarmente,
il
disavanzo
di
gestione
era di
pochi
miliardi
certo
non la
situazione
disastrosa
di
adesso.
In
ordine
agli
stipendi
pagavamo
con un
ritardo
di due
mesi ma
mai
conoscemmo
l’onta
della
messa in
mora da
parte
dei
nostri
tesserati.
Come
mai è
andato
via dal
Napoli?
Sinceramente
dico che
sia il
presidente
Ferlaino
che
l’amico
Franco
Carraro
mi hanno
chiesto
di
rimanere
in
carica,
purtroppo
non me
la sono
sentita
di
rimanere
in sella
in
quanto
ho avuto
delle
divergenze
con
Corbelli.
Si
spieghi
meglio…
Ho
avuto
modo di
conoscere
Giorgio
Corbelli
da marzo
a
luglio,
ebbene
posso
affermare
che era
una
persona
che non
mi dava
fiducia
e
trasparenza
nella
gestione
economica,
avevo
avuto
referenze
non
proprio
positive
sul suo
conto
inerente
la
gestione
delle
sue
aziende.
Così
decisi
mio
malgrado
di
lasciare.
La
società
negli
ultimi
anni sta
subendo
un
tracollo
finanziario,
quali le
cause?
Innanzitutto
l’incapacità
di
gestire
i soldi
incassati
con
Stream,
furono
acquistati
dei
nazionali:
Saber,
Husain,
Sesa,
Vidigal
che
costavano
tantissimo
anche in
termini
di
ingaggi
per un
allenatore
come Zeman
che
invece
predilige
i
giovani.
I
campioni
affermati
mal si
pongono
nel
dover
affrontare
i
durissimi
allenamenti
zemaniani.
Così
che si
è
retrocessi
con una
perdita
sostanziale
di
guadagni
e con
costi
elevai
da
sopportare
nella
serie
cadetta.
Poi la
gestione
è
passata
al
presidente
Naldi,
il quale
da
inesperto
del
settore
ha
commesso
anche
lui
qualche
errore.
A
questo
punto ci
dica
dove può
aver
sbagliato
Naldi
Preciso
che una
cosa è
gestire
alberghi,
una cosa
è
gestire
una
società
di
calcio.
Le
società
calcistiche
vanno
gestite
con
un’organizzazione
capillare
e
soprattutto
con un
piano
ben
definito
su cosa
si
voglia
fare. Naldi
in
questo
biennio
non mi
sembra
aver
avuto
delle
idee
chiare
su come
gestire
la
società
e quali
obiettivi
perseguire.
Un
giorno
afferma
di avere
un
progetto,
poi il
giorno
dopo
smentisce,
poi
ancora
annuncia
un
piano,
il
giorno
successivo
viene
smentito
dai
fatti.
L’impressione
che in
questa
attuale
società
si”navighi
a
vista”,
“si
viva
alla
giornata”.
Quindi
deduco
una
gestione
dilettantistica
poco
manageriale….da
parte
del re
degli
alberghi
Con
grosso
disappunto
dico che
è così,
Naldi
è una
persona
perbene,
un
galantuomo
però si
è
mostrato
un po’
leggero
in
alcune
scelte.
Ad
esempio
mi
sembra
azzardato
e nocivo
per il
bilancio
della
società
far
sottoscrivere
contratti
pluriennali
a
giocatori
anziani
e nel
contempo
non
puntare
su
giovani.
Inoltre
è poco
serio e
coerente
con il
proprio
progetto
cambiare
tanti
allenatori
e
consulenti
in poco
tempo,
si manda
tutto a
mare.
Ancora
dico che
è
fondamentale
avere
una
presenza
forte
nel cd.
”palazzo
del
calcio”,
le
pubbliche
relazioni
con alti
dirigenti
e mondo
arbitrale
sono
importanti
e
fruttifere
per il
futuro;
anche in
ciò mi
sembra
che
l’attuale
società
sia
manchevole.
E’ per
tutto
questo
dico che
Naldi
non ha un
piano
definito
di come
gestire
il
Napoli.
Come
vede il
futuro
del
Napoli?
Non
sono un
mago,
certo il
crac
finanziario
è
vicino,
Naldi
deve
investire
200
miliardi
delle
vecchie
lire per
ripianare
i
debiti,
purtroppo
le
perdite
sono
aumentate
del 50
percento
rispetto
alla
stagione
scorsa,
sono
davvero
preoccupato,
penso
che
siamo
arrivati
alla
frutta,
il
prossimo
mese o
dentro o
fuori
dal
calcio
che
conta.
Se
Naldi la
chiamasse
accetterebbe
l’incarico
di
amministrare
il
Napoli?
Ehm,
accetterei
con
molte
riserve,
vorrei
che si
stilasse
un
progetto
d’impresa
come
dico io
e con
ampi
poteri
sulla
gestione
e
sull’organizzazione
del
managment,
vorrei
sapere
quali
sarannno
gli
obiettivi
da
perseguire,
poi in
ordine
ad essi
mi
adeguerei
e
porterei
la mia
professionalità
al
servizio
della
società.
Da
magistrato
della
CAF come
giudica
la
sentenza
su
Avellino
- Napoli
?
Premesso
che io
non ero
in
commissione
per ovvi
motivi
di fede
calcistica,
posso
affermare
con la
massima
tranquillità
che le
giornate
di
squalifica
erano
giuste
ma era
iniqua
la
decisione
di dare
la
sconfitta
al
Napoli
anche
perché Galliani
così
come
all’Olimpico,
aveva
dato le
garanzie
che
l’incontro
sarebbe
stato
ripetuto,
ammetto
che è
stata
una
sentenza
influenzata
dalla
politica.
Con
questa
beffarda
considerazione,
concludiamo
la
nostra
piacevole
intervista
di 90
minuti a
casa
dell’avvocato
Scalini
che
ingraziamo
per la
sua
squisita
ospitalità.