POMPEA, ATTENZIONE A ROSETO

 

Ricordate quella squadra che fu asfaltata nell’amichevole precampionato dalla Pompea, che giocò un basket da torneo amatoriale tanto da essere inserita a pieno titolo tra le probabili retrocesse in LegAdue? Ebbene, quella formazione era Roseto, la prossima avversaria degli azzurri. Avviso ai tifosi: dimenticate quella partita.

Il roster della formazione abruzzese ha subito nel corso di questi due mesi un radicale cambiamento, con l’inserimento di Woodward (che per fortuna dei partenopei è fuori, al pari di Allen , per infortunio), Traina, Brown, ma soprattutto di Abdul Rauf. Un vero crack l’ingaggio da parte dei rosetani di questa guardia che non gioca nella NBA soltanto per le sue convinzioni religiose (musulmano, il suo nome all’anagrafe è Chris Jackson, e la lega professionistica statunitense non ha tollerato la sua scelta di restare seduto durante l’inno americano che veniva suonato all’ indomani dell’11 settembre e che precedeva l’inizio delle partite).

Impressionanti le sue cifre realizzate domenica scorsa nella gara vinta nientemeno che contro i campioni d’Italia del MPS Siena: 4/4 da due, 5/7 da tre e 6/6 dalla lunetta.

A nostro giudizio i pericoli principali per Penberthy e compagni potrebbero provenire proprio dai nuovi arrivati a disposizione del coach Spahija, senza nulla togliere a gente come Nordgaard e Di Giuliomaria sempre in forza a Roseto, che in classifica ha gli stessi punti dei napoletani.

Sarà un esame importante per la nuova Pompea versione Caja, soprattutto nel verificare i progressi compiuti in campo difensivo da quando il tecnico pavese è al timone della squadra partenopea, senza però trascurare che sarà fondamentale anche essere incisivi in attacco. Rimangono nel mirino Trepagnier e Garrett. Mentre quest’ultimo versione esportazione ( a Belgrado) ha mostrato che ha dei numeri nel suo repertorio, il primo è tornato a giocare in modo tale da far manifestare più di una perplessità sul suo reale valore. Sarà lui l’ago della bilancia di questo confronto: un suo impatto positivo sulla gara non potrà far altro che portare benefici all’intera formazione azzurra, altrimenti saranno dolori.

                                                  
   Carmine Casella                                   13/11/2004       

        

 

 

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