Pompea Napoli – Lietuvos Rytas 73-96

 

 

Pompea Napoli – Fevola ne, Morena 6 (3/4, 0/1), Gatto 3 (0/5, 1/2), Spinelli 6 (1/3, 0/2), Albano 6 (1/1, 1/3), Rocca 8 (4/7 da due), Penberthy 25 (6/11, 2/8), Andersen 9 (3/5 da due), Trepagnier 8 (3/9, 0/2). All. Caja

Lietuvos Rytas – Lukauskis 2 (1/1, 0/1), Slezas 5 (1/1, 1/4), Sestokas 0 (0/1 da due), House 28 (5/10, 4/6), Delininkaitis 20 (2/3, 2/4), Cukinas 7 (3/3 da due), Kuzminskas 3 (1/3 da due), Jasaitis 14 (4/5, 2/7), Javtokas 10 (4/7 da due), Jarutis 7 (1/3, 1/3). All. Djurovic

Arbitri: Arteaga (SPA), Dozai (CRO), Jovcic (S&M).

Note: Tiri liberi - Pompea 17/26, Lietuvos 22/29; rimbalzi – Pompea 37 (Rocca 10), Lietuvos 40 (Kuzminskas 9); spettatori 2300. Progr.: 5’: 10-14; 15’: 24-41; 25’: 47-64; 35’: 62-85.

 

A scuola di basket. E’ stata questa la serata dell’ esordio casalingo per la Pompea nell’Uleb Cup, che sarà ricordata anche per un brutto gesto di indisciplina di Trepagnier nei confronti di Caja a fine gara, dove il Lietuvos Rytas ha impartito una severa lezione ai napoletani, giocando una pallacanestro essenziale ma efficace a tal punto che il destino della partita è stato segnato dopo nemmeno un tempo e mezzo.

Infatti sin dal primo minuto di gara sono emersi immediatamente i problemi in attacco degli azzurri (non giustificati dall’assenza di Allen e Dalipagic), che non hanno mai trovato una via comoda per andare a canestro grazie alla iper-mobilità difensiva, specie quando si schieravano con la zona 2-3, degli uomini di Djurovic, che al contrario utilizzavano con maestria il pick and roll per dei comodi tiri nella retina partenopea. Evidente la mancanza di dimestichezza con una filosofia di gioco ed un metro arbitrale diversi rispetto agli standard del campionato di serie A. A tal proposito, pur non incidendo ovviamente sul risultato, non possiamo non stigmatizzare il comportamento da primadonna dell ‘arbitro spagnolo Arteaga, con decisioni al limite della decenza, mentre il serbo Jovcic e il croato Dozai erano impegnati a fare da comparse.

Si è salvato il solo Penberthy, che è stato capace di far rimanere a galla la barca napoletana nel primo periodo, prima del devastante parziale di 25-6 in sette minuti che ha portato i baltici al massimo vantaggio (26-50 al 17’), propiziato da quattro triple consecutive di House (20 punti per lui all’intervallo sui 28 totali), chiudendo di fatto la contesa, limato al riposo soltanto dalla testardaggine della guardia californiana a disposizione di Caja.

Al ritorno dagli spogliatoi la frittata era ormai fatta, e se il gap con il Lietuvos Rytas si era leggermente ridotto, il tutto era dovuto ad un calo d’ intensità degli ospiti, che però nell’ultima frazione riprendevano prontamente a macinare gioco e punti (60-81 al 33’), mortificando qualsiasi velleità e illusione di un miracoloso recupero dei padroni di casa.

A 3’ dal termine è arrivato poi il fattaccio che chiude l’esperienza in maglia azzurra di Jeff Trepagnier, il quale dopo essere stato sostituito da Caja, non trovava di meglio che sfogare la sua frustrazione sullo stesso tecnico pavese scagliandogli addosso un  asciugamano, gesto prontamente restituito dal coach napoletano. Un pubblico atto d’ indisciplina che ha indotto il presidente Maione, di concerto con il gm Fadini, a mettere immediatamente fuori rosa l’ala americana, che ha rischiato, all’uscita dal parcheggio del PalaBarbuto, di essere anche aggredito da alcuni tifosi, e solo il pronto intervento delle forze dell’ordine presenti nell’impianto flegreo ( dove peraltro è rimasto ferito anche un carabiniere prontamente curato dal medico sociale della Pompea D’Alicandro), e di quello pacificatore di Jerome Allen, ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente.

Non poteva chiudersi quindi in maniera peggiore una serata che vedeva Napoli ritornare a disputare una competizione cestistica europea a 33 anni dalla sua ultima partecipazione in Coppa delle Coppe. Tra infortuni ed altro in casa azzurra, cominciamo a dubitare che la decisione di giocare il torneo Uleb sia un affare.

 

                                                  
   Carmine Casella                                     16/11/2004   

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