QUANTA
PAZIENZA...
La pazienza del
tifoso napoletano viene messa a dura prova.
Due vicende tengono
banco in questi giorni. Da entrambe discendono le amarezze dei partenopei.
La prima è la
conseguenza di scelte inadeguate che trasformano il finale di campionato – di
ogni campionato – in un copione scialbo che si ripete anno dopo anno, con
risultati che , ampiamente prevedibili, sembrano il frutto di più o meno
tacite combines.
Modello sciagurato
questo. Tipico italiano, donde il nome di girone all’italiana, importato ora
in Europa, in Champions League. Con quali risultati si vede. Soppiantata
l’eliminazione diretta, combines e gare "pilotate" la fanno da
padrone anche in Europa.
In Italia il
modello trova ampio riscontro negli ultimi finali di campionato, dove gli esiti
non di rado sono stati determinati dalla scarsa determinazione di alcune
compagini. Gli obiettivi raggiunti anticipatamente tolgono mordente . I
giocatori soddisfatti per il traguardo , e con le tasche già piene dai premi
che non potranno accrescere perché più in là in classifica non si va, tirano
i remi in barca, dmentichi dei principi della correttezza. Gli sfortunati che
carburano un po’ tardi ne fanno le spese. Ne fanno le spese anche le squadre
che, vuoi per difetto di programmazione, per ritardi negli aggiustamenti della
rosa , per i tentennamenti dell’allenatore, trovano in ritardo i giusti
assetti, e si trovano a rincorrere.
Giusto che chi è
colpevolmente in ritardo paghi. Ma non oltre le proprie colpe, con
l’aggiungersi di sospetti rammollimenti di squadre che ambivano agguerrite
alla massima serie. Il Vicenza che cede miseramente al Como ne è un esempio.
Ma gli attentati al
fegato del napoletano non finiscono qui.
Qualche anno fa in
televisione c’era un bizzarro personaggio, Tafazzi, emblema di un
autolesionismo racchiuso in una metafora assai incisiva. Quella immagine
ricorda il Napoli.
Società con grossi
problemi e nodi insoluti. I vertici troppo presi da vicende extra calcistiche
tanto da consentire al diesse di tutto e di più.
La scelta sul
tecnico dell’anno prossimo potrebbe cadere su Cavasin, tecnico che fa del
catenaccio un credo. Scelte schizofreniche queste degli allenatori. Si
susseguono filosofie di gioco diverse, che richiedono giocatori diversi, tempi
di amalgama notevoli, e annichiliscono ogni velleità di programmazione, unica
arma che consentirebbe al Napoli di colmare il gap con le altre.
Ultimo smacco:
Quiroga, difensore argentino di razza, si candida ad un posto in nazionale per
il mondiale. Liquidato con troppa rea dalla dirigenza azzurra, capitanata dal
solito Pavarese.
di
Marcus
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