di Patricia de Oliveira        

  

Ciao a tutti amici di PianetAzzurro,

 

Per un pò di tempo sono stata un pò assente (per motivi personali). Ciò mi ha obbligato a scrivere di meno e a rallentare i nostri incontri settimanale. Adesso sto tornando, come il calcio italiano, in una nuovissima stagione. E per festeggiare questo nuovo periodo sportivo ho scritto questo pezzo, che c'entra con noi stessi e con il calcio, con tutti quelli che trovano nelle emozioni intense il motivo della sua vita. I tifosi del Calcio Napoli non sono “quasi”, ma sono “eterni” tifosi del Calcio Napoli...

 

Un grande abbraccio

 

QUASI...

 

Ancora peggio della certezza di un NON, oppure dell’incertezza di un FORSE, esiste la disillusione del “QUASI”.  È il “quasi” che mi da' fastidio, che mi importuna, che mi rattrista, che mi uccide, portandomi tutto che potrebbe essere stato, ma alla fine non è.  

Chi quasi ha guadagnato una partita, ancora sta giocando per vincerla. Chi quasi è stato promosso alla scuola ancora sta studiando. Chi quasi è moro, alla fine è vivo, e chi quasi ha amato, veramente non ha amato niente.  

Pensiamo alle opportunità  che ci sono scappate dalle mani, nelle possibilità che si perdono per paura, nelle idee che non lasceranno mai il pezzo di carta, solo per colpa di questa nostra smania di vivere nell’autunno....  

A volte mi chiedo cosa ci porta a scegliere una vita così tiepida; meglio, non mi chiedo, contesto. La risposta sa di memoria , è stampata nella distanza e nella freddezza dei sorrisi, nella scioltezza degli abbracci, nell'indifferenza dei “buon giorno", quasi che bisbigliati. Resta tanta vigliaccheria e manca molto coraggio per essere semplicemente felice.  

La passione ci brucia, l’amore ci fa impazzire ed il desiderio ci tradisce. Forse questi sarebbero bei motivi per decidere tra la gioia ed il dolore, invece di sentire nulla, ma non lo sono. 

Se la virtù fosse sempre alla metà, il mare non avrebbe onde, i giorni sarebbero scuri e l'arcobaleno, grigio, nei toni delle ceneri. Il niente non illumina, non ispira, non affligge nemmeno tranquillizza, solo estende il vuoto che ognuno porta dentro di se stesso.  

Non voglio dire che la fede muove le montagne, e nemmeno voglio dire che le stelle sono facili da prendere. Per le cose che non possono essere cambiate ci rimane soltanto la pasiensa; tuttavia, preferire la sconfitta prevista che il dubbio della vittoria, è sprecare la opportunità di meritare.  

Per gli errori incontriamo perdono. Per i fracassi, la chance... Per gli amore impossibili, il tempo... Di niente risolve circondare un cuore vuoto oppure risparmiare l’anima. Un romanzo cui la fine è istantanea o indolore, non è passione, non è amore. Non ti faccia soffocare di una mancanza, della saudades. Vivere dal passato e nel passato ci fa accomodare. Non usare la paura come ostacolo per i tuoi passi, per le tue prove.  

Sii diffidente dal destino e credi a te stesso. Passa più ore realizzando, invece di sognare soltanto. Fai di più, progetti di meno. Vivi e non aspettare, perchè alla fine chi quasi è morto sta vivo, ma chi è quasi vivo, sta morto...

 

26/08/2003

Dott.ssa Patricia de Oliveira

Musicoterapeuta, 

Psicologa,

                                            Counseling dello Sport

 

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