QUESTO NAPOLI MERITA LA SUA CLASSIFICA

 

    

 

Il presidente Aurelio De Laurentiis sogna la A in anticipo sui tempi previsti per intercessione terrena di Franco Carraro. La squadra sogna la B l’anno prossimo per intercessione celeste di Padre Pio, presso il cui paese natìo si è recata in pellegrinaggio.

Gli unici, forse, a porre un freno ai loro sogni di vedere il Napoli presto di nuovo in alto sono gli sterminati tifosi della squadra azzurra. Infatti dopo il pareggio di Teramo l’entusiasmo popolare ha subìto sicuramente un altro brutto colpo. Il film visto tante volte in tempi recenti, il Napoli che si fa rimontare, si è rivisto anche sul malridotto campo abruzzese. La squadra ha buttato al vento i tre punti e la possibilità di accorciare, o almeno di tenere le distanze, con il vertice della classifica, dove invece diverse squadre mostrano chiaramente di volersi lanciare al galoppo verso la fuga.

Picchio Varricchio ci aveva provato ancora una volta ma la mancanza di personalità della squadra ha portato all’ennesimo, futile pareggio (il quarto su dieci partite, solo tre le vittorie).

Sì, perché a dispetto di quanto detto dai protagonisti, e cioè che il pareggio è tutta colpa dell’arbitro, la verità è che si poteva, si doveva fare di meglio ed uscire da quel campo con i tre punti in tasca.

In settimana si è discusso molto sul carattere ritrovato della squadra, sul modulo (il 4-4-2) finalmente più produttivo adottato da Ventura e riproposto a Teramo. La verità, a nostro avviso, non la si ritroverà in tali argomentazioni ma nella qualità dell’organico attuale, che vale, più o meno, la classifica che occupa.

E’ impensabile continuare a ripetere che il Napoli è il Napoli, che la squadra è completa e perciò manca soltanto un adattamento di mentalità alla categoria, che con un po’ di ardore agonistico in più si risale in fretta la classifica. Le cose non stanno così. Con una mentalità operaia, con un maggiore agonismo ed una maggiore cattiveria si può soltanto rimanere a galla, nulla di più.

Il fatto che i calciatori della rosa attuale vogliano fare di tutto per evitare che Marino ritorni sul mercato, a gennaio, è una bella cosa, assolutamente apprezzabile. Ma le buone intenzioni non bastano. Serve una discesa in campo della società per rafforzare sul serio la squadra e farle fare il salto di qualità, sperando che non sia troppo tardi.

Fino a gennaio mancano almeno altre sette partite e il distacco dalle prime potrebbe diventare incolmabile. I discorsi sul tecnico, sul modulo, sulla mentalità della squadra potrebbero continuare all’infinito ma rimane il fatto che in campo manca la personalità per gestire le partite, per portarle in porto nella maniera giusta nelle varie circostanze.

Ventura è un tecnico valido, ma con l’organico attuale è difficile fare di meglio. Anche se Marino non ne parla, giustamente, è impellente pianificare subito le pedine da inserire, in particolare a centrocampo.

Domenica prossima gli azzurri dovranno vedersela al San Paolo con un brutto cliente: la Sambenedettese, molto più pericolosa del modesto Teramo. A Ventura i tifosi chiedono almeno di non restare troppo indietro in classifica. In attesa di gennaio.   

 

Rino Scialò                                                            14/11/2004

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