RONALDO: UN FUORICLASSE …. IN TUTA BLU

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Oggi il compito del redattore appare persino troppo facile: parlare di un giocatore come Ronaldo immediatamente evoca immagini e momenti da protagonista di questo fantasmagorico mondo che è il "nostro" calcio.

Si tratta certamente di un ragazzo benedetto dalla natura che gli ha donato un fisico eccellente e scelto da "dio pallone" per donargli la classe e soprattutto la velocità d’esecuzione che distinguono un calciatore normale dal campione. Non altrettanto generoso con lui il destino che gli ha riservato una strada costellata d’infortuni di varia natura, ma tutti di una certa gravità e che sinora hanno impedito alla sua stella di rifulgere nel firmamento calcistico come merita. Viene inoltre, dal paese noto per essere la maggior fucina di fuoriclasse del calcio: il Brasile, nome collegato alla fantasia, gioia di vivere e di giocare al "gioco più bello del mondo".

Ma qui terminano le analogie con altri campioni brasileri del passato, perché Ronaldo non ha certamente mai avuto le caratteristiche del personaggio Vip;

alterigia, imposizione della propria immagine, narcisismo, dichiarazioni di tono, contenuto e umore contrastante sono tutte cose che non gli appartengono. Di Ronaldo si è sempre conosciuta vita, morte e miracoli (e amori) per forza di cose, ma lui è sempre apparso come il ragazzo della porta accanto, trovatosi lì per caso a rispondere in vece del suo amico famoso. Non ha mai fatto storie per uscire, rientrare, restare a casa in Brasile; non ha mai dichiarato verso compagni, avversari e arbitri, nulla che non rientrasse nelle più squisite regole del bon-ton. Soprattutto il suo orgoglio di campione ferito ogni volta che si insinuava che non fosse quel giocatore decisivo che "ci avevano detto" ha reagito nel modo migliore.

Infatti Ronaldo è arrivato in Italia con la fama del calciatore più forte del mondo, spesso oscurata dai lunghi periodi d’assenza per infortunio e da quelli di conseguente lenta ripresa. Eppure, ogni volte, in silenzio, la nuova "perla nera" ha ritrovato se stesso ed è diventato sempre determinante per l’Inter: Anche stavolta Ronnie da quando è tornato non ha smesso di segnare e far sognare e se i nerazzurri possono ancora guardare tutti dall’alto in basso in questo finale di stagione, lo devono a lui.

Tutto ciò Ronaldo non lo dichiarerà mai perché non è nel suo stile. Lui si rimetterà la tuta da operaio e ricomincerà a "braccare" ogni pallone fino all’ultimo minuto; per questo ci siamo presi la briga di dirlo noi per lui e di ricordargli i veri appassionati lo riconoscono sempre: Ronnie infatti oltre alle movenze feline si nota perché sulla maglietta nerazzurra indossa come un gregario qualunque una sottile, trasparente ma evidente tuta blu…. 

 

Francesco SPADA

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