ESCLUSIVA PIANETAZZURRO
 

SALI E NON T'ABBACCHI

 

     

Il popolare attore è appassionato di calcio e tifa "rigorosamente" Napoli. Il suo attaccamento ai colori azzurri è comprovato dai numerosi interventi rilasciati sui quotidiani sportivi quando sulla società già si andavano addensando le prime nubi: l’immediato dopo-Maradona, le improvvise difficoltà economiche, con il conseguente e progressivo ridimensionamento tecnico fino alla retrocessione, non hanno minimamente scalfito la sua "fede".
Una fede lunga quanti anni, signor Rivieccio?
“Quasi gli anni che ho. Tifo Napoli dall’età della ragione, mio padre ci portava allo stadio e ci educò rigorosamente a tifare per gli azzurri. Certo,quello non era un Napoli forte e competitivo e me ne accorgevo soprattutto a scuola dove i compagni di classe, tutti juventini o interisti, me ne facevano passare di tutti i colori. 
Ci fu poi un breve periodo che tenni per l’Internapoli che in quel periodo dava ben maggiori soddisfazioni ma non ho mai abbandonato il Napoli. Ed il tempo, poi, mi ha dato ragione”.
Domanda a questo punto superflua: quando il Napoli vinceva, lei a maggior ragione andava allo stadio?
“Come no, la domenica allo stadio era sacra. Cercavo addirittura di gestire il mio lavoro in maniera tale da non dover rinunciare alla partita. Quando proprio non mi era possibile, mi portavo una radio al teatro e facevo sempre in modo di essere informato”.
Possiamo immaginare la sua nostalgia per quei tempi. In particolare se teniamo conto delle condizioni in cui versa la società e del momento difficile che sta attraversando Maradona.
“Guardi, di Diego credo che adesso meno se ne parli e meglio è. Ha commesso i suoi errori ma li sta pagando cari e amari. Me lo auguro, ma non so se riuscirà a trovare una sua tranquillità, un suo equilibrio. Io preferisco ricordare il campione che è stato in campo, le sue magie, e le emozioni che ha regalato a noi napoletani.
Napoletani che non lo hanno certo dimenticato, basta pensare a tutto l’interesse che c’è stato intorno al suo vino, al Vino di Maradona, che ho presentato io stesso”.
Parlando sempre dei tempi migliori, molti suoi colleghi allora sbandieravano, letteralmente, il loro tifo per il Napoli; oggi sono spariti…
“No, non sono d’accordo. Premesso che questo Napoli non fa molto per farsi apprezzare, le dico non è facile per chi fa questo mestiere seguire costantemente le partite, io non credo, tanto per dire, che abbiano cambiato squadra, in più molti di loro vivono fuori Napoli per cui è ancora più difficile. Poi può essere anche un fatto soggettivo: dipende dalla passionalità che ognuno ha dentro”.
Come suo fratello, lei ha un ruolo attivo nella Lega Azzurra?
“No, un ruolo attivo no perché i miei impegni non mi consentono di dedicarmici attivamente, comunque sono tra i soci fondatori e quindi, come è ovvio, la seguo con orgoglio. Questo progetto è nato una sera, a cena a casa del giornalista Carmine Martino e da allora la Lega Azzurra si avvale, oltre che di quella di mio fratello, anche dell’opera di Luis Vinicio, che credo sia abbastanza conosciuto, e di tanti altri illustri personaggi. Tutte persone che stanno facendo bene anche senza un preciso ruolo del sottoscritto”. 
Venendo allora ai suoi impegni di lavoro, lei ora è impegnato in radio. Per un attore lavorare in radio non è come un calciatore giocare in uno stadio deserto?
“Allude al contatto con il pubblico? Beh, certo in radio non si avverte il calore del pubblico come lo si avverte sul palcoscenico, ma le assicuro che quest’esperienza a Radio KissKiss-Napoli mi sta divertendo molto. E poi io sono eclettico, come si dice, mi piace fare un po' di tutto, "svariare”.
I suoi prossimi impegni?
“È imminente l’uscita di un cd nel quale sono incisi miei monologhi e canzoni. È una raccolta in occasione dei miei 25 anni di carriera ed ho in cantiere altri progetti. 
Vorrei però cogliere questa occasione per ricordare Massimo Troisi a dieci anni dalla morte. Sono già passati dieci anni, ci manca, e lo rimpiangiamo sempre più perché un altro Troisi in giro non c’è. Non condivido chi sostiene che possa essere stato sopravvalutato sull’onda emotiva per la sua prematura scomparsa. Non è stato affatto sopravvalutato, tutti gli omaggi attribuitigli dopo sono stati assolutamente meritati, è stato un grande artista e lo è anche adesso”.
Ringraziamo Rivieccio e ci uniamo al doveroso ricordo di Massimo Troisi. Sono trascorsi dieci anni che sembrano essere volati ma Massimo è sempre presente, simbolo malinconico di una comicità che oggi non c’è più. 

 


 

Antonio Gagliardi                                        03/6/2004

 

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