SI RIPARTE

 

 La settimana scorsa la Rai e la Lega avevano finalmente trovato un accordo per i diritti televisivi in chiaro. Ma gli italiani rischiavano comunque di dover fare a meno del calcio se non si fosse conclusa positivamente la vertenza fra la Lega e alcune società ribelli. Ma cosa era successo? Cominciamo dall'inizio: otto squadre di serie A (Modena, Piacenza, Perugia, Atalanta, Brescia, Chievo ,Como, Empoli) e tre di B (Vicenza, Verona e Venezia) non legate ancora a nessuna delle due pay tv (Stream e Tele+) decidono di formare un consorzio per far valere i loro diritti. In pratica le 11 società che compongono il PMT (Plus Media Trading), questo il nome dato al consorzio, pretendono dalle pay tv un contratto simile a quello che le altre società hanno già stipulato. Il mancato accordo provoca lo slittamento dei campionati di A e di B al 15 settembre. Le offerte di Stream e Tele+ non sono ritenute soddisfacenti: la prima offriva 26 milioni e 850 mila euro per quattro squadre di serie A, la seconda 25 milioni e 822 mila euro per le altre quattro. Enrico Bendoni che rappresenta il consorzio afferma: "l'offerta è offensiva e penalizzante per il calcio italiano". In queste condizioni difficile credere che per il 15 settembre si risolva tutto, tanto più che le società ribelli trovano in Franco Sensi un importante alleato: "è chiaro, a queste condizioni anche la Roma non scenderà in campo il 15 settembre", tuona il vulcanico presidente della Roma. La realtà è che Sensi e le società del consorzio vorrebbero formare una piattaforma digitale indipendente (cioè una nuova pay tv): "il progetto è quello di una piattaforma tv della Lega Calcio per valorizzare al massimo, in Italia e all'estero, un prodotto ineguagliabile qual'è il calcio italiano" spiega ancora Bendoni. Tutto in alto mare dunque. Gino Corioni, il presidente del Brescia che è anche a capo del consorzio, afferma tranquillamente: "giocheranno la serie A in 9". E invece stamattina la svolta: la Lega e i club ribelli di PMT raggiungono l'accordo grazie all'intercessione del governo. Le pay tv Stream e Tele+ offrono complessivamente 53 milioni di euro ma a convincere i club del consorzio a recedere dalla protesta è il contributo di 6 milioni di euro che le grandi società offriranno alle piccole e la promessa del presidente della Lega Adriano Galliani di far partire al più presto il progetto di una nuova piattaforma digitale. Tutto conclusosi per il meglio quindi anche se non si può mai dire: " la cifra raggiunta è molto distante da ciò che chiedevamo, abbiamo dovuto cedere" assicura Enrico Preziosi presidente del Como che come rappresentante del PMT in questi giorni si era fatto particolarmente sentire. Comunque sia sabato si riparte e potremo finalmente tornare a parlare di calcio giocato.

 

 

 Raimondo E. Casaceli

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