TEMPESTA
GIUDIZIARIA QUALE SOLUZIONE?
Giorgio Corbelli non è
semplicemente inquisito, è stato arrestato, il che vuol dire che si hanno
prove certe contro di lui e che le accuse sono davvero gravi, associazione a
delinquere, truffa, ecc. la situazione è molto preoccupante per il bresciano,
ma quali sono le prospettive per il Napoli?
All’inizio degli anni ’90, in
piena era Tangentopoli, anche Ferlaino fu inquisito, ma mai arrestato, furono
bloccate le sue imprese e da allora l’ingegnere iniziò a prendere soldi dal
Napoli per estinguere i suoi debiti e a non investirne più, ma l’ex
presidente non fu costretto a vendere e la situazione si è protratta fino ai
giorni nostri, meglio dunque una soluzione veloce e definitiva che non comporti
lunghi strascichi, perché il Napoli già avvilito da un campionato pessimo ha
bisogno di certezze.
Provvedimenti del genere hanno,
nella storia del calcio recente, portato a due soluzioni: o l’avvento di
nuovi e forti gruppi che acquisiscono la maggioranza azionaria con pochi soldi
sfruttando la circostanza (vedi passaggio della Roma da Ciarrapico alla cordata
Sensi-Mezzaroma), oppure la distruzione sportiva della squadra (come il Foggia
affogato in C dalla serie A dopo le vicende giudiziarie di Casillo o come il
Pisa con la retrocessione in campionati dilettantistici). Solo i prossimi
giorni potranno rispondere a quale delle due ipotesi andiamo incontro e non si
può dimenticare che nella particolare situazione napoletana c’è una terza
possibilità già da tempo incombente, quella dell’amministrazione
giudiziaria imposta dal Tribunale.
Il regolamento federale fa decadere
dalla carica di Presidente immediatamente chiunque sia sottoposto a
provvedimenti cautelativi o giudiziari, quindi il Napoli è senza testa nel
momento dell’appropinquarsi di importanti scadenze economico-finanziarie,
solo per l’ordinaria amministrazione la società dovrà spendere una decina
di milioni di Euro da qui alla fine del campionato cadetto.
Ora bisognerà aspettare le prossime
ore per vedere quale ruolo assumerà nella crisi Salvatore Naldi, riuscirà a
prendere in pugno la società dandole sufficiente tranquillità?
Raimondo
Miraglia
GUAI GIUDIZIARI PER IL
PRESIDENTE
Per il Napoli sembra proprio che
non ci sia pace. Dopo la chiusura della tormentatissima vicenda societaria, con
l’avvicendamento tra Corrado Ferlaino e Toto Naldi nella partnership con
l’imprenditore bresciano giorgio Corbelli, una nuova tegola s’abbatte sul
calcio partenopeo.
Non bastavano le amare vicende
sportive della squadra, che già lasciano intravedere un anno di B, non
bastavano le avvisaglie di una prossima stagione sofferta, monca di una
programmazione necessaria a costruire una rosa forte e vincente.
Ecco che un altro ciclone si
abbatte sulla squadra, mettendone a dura prova la esistenza e soprattutto la
tenuta nervosa.
L’arresto di Giorgio Corbelli
e di altri suoi collaboratori non aiuta la causa del Napoli.
Proibitive le condizioni di
lavoro che attendono la squadra ed i tecnico nelle prossime giornate. Equilibri
delicati che parevano essersi faticosamente affermati in seno alla squadra
vengono rotti prima dalle voci di mercato che – tanto per cambiare –
preannunciano la vendita di pedine fondamentali nell’economia del gioco
azzurro, quale la prima punta Stellone, allo scopo di ripianare i bilanci
societari. Già, questi bilanci: un pozzo senza fondo, una pompa idrovora,
capace di inghiottire le risorse di ogni temerario che si avvicini alla
gestione del calcio Napoli.
Con l’arresto del Presidente
poi, gli equilibri sono andati in frantumi.
" Lasciate ogni
speranza" : queste parole dantesche sembrano pesare come un monito a tutti
gli imprenditori che hanno velleità di guidare un Napoli verso traguardi
ambiziosi, ed allo stesso modo paiono un macigno sulle speranze dei tifosi.
Le imprese di Corbelli sono in
crisi: la popolarità ed i prestigio guadagnato grazie all’abbinamento con i
colori azzurri cedono il posto alla diffidenza ed alla delusione per lo
scenario che apre l’inchiesta, torbido e meschino. In questo quadro ( mai
termine fu più azzeccato!) s’innesta il provvedimento di sequestro adottato
dalla magistratura.
Lo spettro
dell’amministrazione giudiziaria, che per un poco sembrava essere stato
ricacciato indietro dai soldi di Naldi, torna prepotentemente alla ribalta ed
assume i caratteri di una soluzione tutt’altro che improbabile.
pIù o meno probabile, la
soluzione avrebbe però tutta l’aria di essere risolutiva.
Forse la resa dei conti si
avvicina….
Flavio Riccelli
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