UNA
LEGGE
CHE
SALVA
IL
NAPOLI
Fitto
del
ramo
d'azienda?
Lodo
Petrucci?
No,
no,
non ci
siamo.
La
salvezza
di
Pulcinella
dovrà
necessariamente
passare
per
un'altra
parallela
del Sahara,
deserto
che
avvolge
e
contorna
il
futuro
del
Calcio
Napoli.
Deserto
sì:
si
lavora
come
in un
Centro
Direzionale,
ma
fuori
non c'è
lo
stesso
calore
anzi
interesse -
ahi
Napoli
- dei
tristissimi
giorni
fiorentini.
La
soluzione
però,
come
per la
Fiorentina,
potrebbe
venire
dall'alto.
Ddl,
emendamento
e
legge.
Come
è
dura
la
vita
di chi
non si
ritrova
più a
seguire
il
calcio
ma la
politica
e la
legge.
Destino
segnato
per
chi,
come
le
teste
del
calcio
-
teste
calde
-
hanno
ridotto
a
colabrodo
i
bilanci
delle
società.
Scialuppa
di
salvataggio
da
adattare
alla
ciurma
pallonara
in
crisi.
Lazio
e
Napoli
fiutano
l'aria
e
avvertono
il
regalo
apollineo
in
arrivo:
nettare
dolce,
il
Governo
lo
dice.
Domani
giornata
campale,
è
pronta
la
svolta.
Si
discute
di una
Legge,
la
Marzano,
che ha
tolto
le
castagne
dal
fuoco
a più
di
un'impresa.
Ecco
il
testo,
anzi
un
passaggio
del
testo
di una
legge applicata
già a
Parlamat
e
affini:
"Le
disposizioni
del
presente
decreto
si
applicano
alle
imprese
soggette
alle
disposizioni
sul
fallimento
in
stato
di
insolvenza
purché
abbiano,
congiuntamente,
i
seguenti
requisiti:
a)
lavoratori
subordinati,
compresi
quelli
ammessi
al
trattamento
di
integrazione
dei
guadagni,
non
inferiori
a
mille
da
almeno
un
anno;
b)
debiti,
inclusi
quelli
derivanti
da
garanzie
rilasciate,
per un
ammontare
complessivo
non
inferiore
a un
miliardo
di
euro".
Si
passa
attraverso
la
richiesta
al
Ministero
delle
Attività
Produttive
che,
"dopo
la
dichiarazione
dello
stato
di
insolvenza,
può
autorizzare
operazioni
di
cessione
e di
utilizzo
di
beni,
di
aziende
o di
rami
di
aziende
dell'impresa
richieste
dal
commissario
straordinario
qualora
siano
finalizzate
alla
ristrutturazione
dell'impresa
o del
gruppo".
In
soldoni,
ciò
che ha
permesso
al
Parma
di non
fare
"crack".
Visti
i
punti
a e b
dell'articolo
1, si
capisce
come
una
legge,
così
costituita,
non
sia
applicabile
al
caso
Napoli
o al
caso
Lazio.
Ecco
che,
chi di
dovere,
constatata
la
piena
inutilità
del
Lodo
Petrucci
(che
clona
ma non
salva
il
malato),
ha
studiato
un
apposito
emendamento
della
Legge
che
andrà discusso
"fuori
sacco"
(escamotage
all'italiana
visto
che il
punto
non è
all'ordine
del
giorno)
domani.
Così
recita
l'emendamento:
"per
un
periodo
di
dodici
mesi a
decorrere
dall’entrata
in
vigore
del
presente
decreto
la
procedura
dell’amministrazione
straordinaria
delle
grandi
imprese
in
stato
di
insolvenza
si
applica
anche
alle
società
calcistiche
professionistiche
costituite
in
forma
di
società
per
azioni
che
siano
riconosciute
di
particolare
rilevanza
dal
Coni.
In
ogni
caso
sono
di
particolare
rilevanza
le
società
che
nei
venti
anni
precedenti
l’entrata
in
vigore
della
presente
legge
siano
risultate
vincitrici
di
competizioni
internazionali
almeno
in
ambito
europeo,
organizzate
dalle
competenti
federazioni
sportive". A
Palazzo
Chigi
la
tavola
rotonda
si occuperà
anche
di
questo.
Ciò
che
resta,
in buona
sostanza,
per la
salvezza
di
Napoli
e
Lazio.
Quei
"vent'anni
di
Europa"
salvano
pochi
malati,
di
malati
europei
d'altronde
ce ne
sono
pochi.
Il
Napoli
si
rimira
allo
specchio
e vede
che
dietro
di lui
c'è
una
notte
di
Stoccarda.
La
tira
fuori
dall'almanacco,
l'ha già
fatto
durante
la
drammatica
Assemblea
dei
Soci
di
martedì
quando
una
telefonata alla
FIGC
ha
fatto
comprendere
a
tutti
che la
nomina
del
liquidatore
sarebbe
stato
un
gesto
inutile,
mortale, anzi
estemporaneo.
Finché
c'è
speranza,
c'è
vita.
Capovolgere
il
detto è
d'obbligo:
la
FIGC
evidentemente
sa che
c'è
una
sanatoria
in
arrivo.
L'ennesima.
Che
consentirebbe
al
Napoli
di
salvare
la
serie
B. A
patto
che ci
sia il
piano
preventivato
dall'emendamento
(i
soldi,
i
soldi) e
che,
naturalmente,
il
tutto
fili
liscio
fra
aule
di
Camera
e
Senato.
Il
pericolo
non è
da
sottovalutare,
il
papocchio
del
Salvacalcio
non è
passato
impunito.
Napoli
spera,
dovrebbe
concentrarsi su
questo.
Solo
dopo, infatti,
andrebbero
da
considerare
i
Gaucci,
i
Benetton
e le
altre
cordate
che
stanno
alla
finestra. Chi
di
dovere
sta
lavorando
su
questo.
Ma
prima
va
fatto
passare
questo
emendamento.
All'interno
della
maggioranza
di
governo,
ci
sarebbero
parecchi
"veti"
da
superare.
Su
tutti
quelli
della
Lega
Nord e
di An. A
giudizio
del
Carroccio
e di
alcuni
deputati
di An,
mancherebbero
infatti le
"forti
ripercussioni
sull'economia
nazionale
in
seguito
a casi
di
insolvenza
particolarmente
gravi",
vero
motivo
di
tutto
il
provvedimento. Le
scadenze
si
approssimano:
senza
una
mano
dal
cielo,
il
Veltro è
pronto
a
intervenire
e a
distruggere.
Sarebbe inutile
allora
parlare
di
Gaucci, se
le
azioni
del
Perugia
sono
trattenute
da
Geronzi,
creditore
della
sua
azienda
"La
Milanese"
che
come
garanzia
detiene
il 99%
del
club
umbro
come
Capitalia,
o di
chi
con il
calcio
non
vuole
averci
a che
fare.
Se,
prima,
non c'è
chiarezza
e
possibilità
di
uscita.
Marco
Santopaolo
24/6/2004
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