UN AMORE CO GRANDE

 

 

Oggi è un giorno triste per il Napoli. Mesto perché siamo qui ad esultare per una probabilissima salvezza, addirittura i fuochi di artificio si solo levati alti a fare da cornice pirotecnica al San Paolo, lì dove in questa stagione questa squadra, questo allenatore e questa dirigenza hanno inferto un’onta, preso a calci la storia ed il blasone, sempre più scalfiti, di Napoli e del Napoli. Fanno tanta tenerezza questi tifosi che si esaltano con poco, per una salvezza che sarà raggiunta all’ultima giornata sul campo del Messina, malati d’amore, che vanno in estasi per un placebo di speranza che comunque ha l’impronta di un’agonia solo prorogata…  Dati i doverosi meriti a chi tante energie sta profondendo per tener in sesto questo Napoli sempre più malato, ci auguriamo che questa dirigenza ora abbia la forza di restituire a questa gente, trasudante di passione e di brama di grande calcio, una squadra che quantomeno sappia primeggiare in cadetteria: sarebbe davvero un torto troppo grande tradire ancora una volta questo popolo che chiede solo di poter tornare a scrivere le pagine di quel libro glorioso che di diritto gli appartengono. Naldi ci dica se ha i soldi per andare avanti, altrimenti ceda ad altri questa polveriera sempre più incandescente, i soci, con un Napoli che resta in B, ora ci sono, parola di Moggi. Via questo allenatore che non ha saputo dare un minimo di organizzazione tattica ad una squadra che ad un certo punto della stagione (dalla gara con il Vicenza) ha compreso che avrebbe potuto contare solo sui propri tifosi, e così è stato… Quanto scempio in questo Napoli anche oggi, nonostante una prova tutto sommato gagliarda. Dionigi lì nel deserto a mendicare da solo; Pasino, un delicato rifinitore, a correre e sgobbare sulla fascia sinistra. Non potevano poi mancare neanche al saluto col pubblico amico le reiterate palle lunghe alla spera in…Vidigal. Insomma, signori questo non è calcio ma solo improvvisazione. E meno male che questa serata, oltre alla benedetta salvezza, ha riesumato dal guardaroba dell’opportuno la tradizionale maglia azzurra. Una casacca un po’ impolverata che ci auguriamo nel prossimo torneo possa essere indossata da calciatori più degni per meritarsi un amore così grande... 

 

 

 Vincenzo Letizia

31/5/2003

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