UNA MOSSA EQUIVOCATA

Il rompicapo dell'inesauribile. Ci si addentra, si comincia a parlarne, e poi non si conclude niente. D'altronde, la vicenda è tanto complicata che se i neuroni si rifiutano di continuare a lavorare, sono pienamente giustificati. La questione societaria del Calcio Napoli si arricchisce giorno dopo giorno di nuove pagine, e in periodi di vacche magre alcuni capitoli scelti con il rampino vengono riproposti dai media. Neanche i mezzi di comunicazione sono però certi di capirci qualcosa. Loro malgrado. L'ultima scena dell'ennesimo atto della "commedia" vede come protagonista il presidente Naldi, il quale ha chiesto al tribunale di Brescia di annullare il contratto di acquisto del Napoli perché ipervalutato al momento dell'acquisto. In soldoni, Naldi dichiara che a suo tempo fu truffato da Corbelli, detentore tuttora di una bella scatola cinese. Già, perché a questo punto ancora di più il Napoli è vicino a Corbelli, che attende ancora il pagamento da parte di Naldi. Il quale, nonostante si sia dissanguato per il Napoli, ancora non ne è proprietario. Di paradossi nel calcio ce ne sono tanti, e questo è il principe. E' per questo che la gente non riesce a respingere e a ripudiare una persona che per la squadra cittadina ha messo in pericolo la sua stessa azienda, una persona che, anche se ingenuamente, ci ha rimesso tantissimi soldi per il Napoli senza esserne ancora venuto a capo. Certamente Naldi lo si può criticare, e duramente, per scelte tecniche inopinate, per uscite avventate e sbagliate, ma di certo non si può dire che agisca in malafede o, peggio, che non abbia a cuore le sorti del Napoli. L'ultima mossa sembra essere il gesto estremo di un uomo sconfitto quando in realtà non è altro che una levata di scudi per difendersi dal perpetuo salasso che subisce. Non ripone tante speranze, Naldi, nel riuscire a strappare uno sconto a Corbelli, ma ci prova. Il presidente sa bene che così facendo ha messo il suo avversario con le spalle al muro: se Corbelli sbaglia, potrebbe ritrovarsi il Napoli fra le mani. Pregando così Naldi di riprenderselo anche gratis, visto che oggi il ciuccio è solo un guaio grosso, una patata bollente. Il silenzio dell'imprenditore bresciano è indicativo, Corbelli tace per evitare trabocchetti. Ecco che Naldi tenta con ogni mossa di uscire fuori da un brutto mese, quello che si concluderà il 30 e il 31 ottobre con due assemblee eufemisticamente calde. In gioco il futuro del Napoli, e Naldi tenta da buon cavallerizzo di aggirare l'ostacolo, dopo averlo preso di petto già altre volte e finendo disarcionato. La situazione tecnica non lo aiuta di certo. I conti non tornano, l'imprenditore posillipino se è andato avanti da solo è stato anche perché certo di una promozione in A che risolverebbe il 50% dei guai azzurri. Il momento attuale è brutta cosa, e Naldi si gioca così l'ultima carta. Quella di "incastrare" Corbelli per non pagargli le azioni. A conti fatti, il risparmio di 31 milioni di euro sarebbe una bella manna per Naldi, in attesa di versarne altrettanti per continuare a puntellare le falle presenti nel bilancio della società di Via Vicinale Paradiso. Il dado è tratto, il discorso tiene: Naldi, dopo essere stato deriso da tanti sciacalli che hanno giocato e maramaldeggiano sulla sua inesperienza, adesso tenta la furbata imprenditoriale. Lecita per carità: uno di quei tanti corollari della legge gli affari. Buisness is buisness.

 

Marco Santopaolo                                 24/10/2003

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