UNA
PANCHINA E TRE AMICI AL BAR...
Black-out
azzurro, la città avvolta nel
buio non è ravvivata dalla
letizia di un risultato positivo
della squadra di calcio. Gruppi
elettrogeni spenti in quel di
Campobasso, i fantasmi del
Romagnoli fischiano il Napoli che
ancora una volta non riesce ad
imporsi. Rintanato in un guscio
anonimo senza anima e senza
carattere, il gruppo non viene
fuori. Resta chiuso negli
spogliatoi, allo stato potenziale,
insieme a tutte quelle belle
parole proferite - e rimaste -
nella splendida Folgaria. Il
profeta dell'allegria e dello
spettacolo, quello che avrebbe
dovuto riportare gli ottantamila
al San Paolo, è sull'orlo di un
precipizio. Un gol di Moscardelli
o chi per lui, sabato sera,
potrebbe spingerlo un mezzo metro
più indietro, movimento fatale
per precipitare e dire addio ad un
sogno metaempirico irrealizzabile.
Andrea Agostinelli non porterà a
termine la stagione alla guida
degli azzurri. Candidamente,
sottovoce e con educazione, il
concetto è stato ribadito più
volte. Invocata la svolta, Naldi
si è sentito tradito da due 1-1
che seppur assumono connotati del
tutto differenti, denotano una
condizione di penombra su Napoli e
sul Napoli, avvolta nel crepuscolo
dei meandri inqualificabili della
bassa classifica. I fatti di
Avellino hanno costretto Naldi a
ricondurre l'esame "nel segno
dei quattro". Niente
Avellino, in serie Verona, Ascoli
e Trieste. Al Bentegodi pareggio
giusto e in dieci, condizioni
particolari: va bene così. Il
"pari e patta" dell'inutile
visto che con l'Ascoli l'
"x" di rigore non serve
a nessuno, quantomeno serve
ad aver evitato la beffa della
seconda sconfitta in sei gare. Non
si capisce, allora, a cosa valga
aspettare Trieste. Da buon
napoletano, forse Naldi non si è
fidato della "fatal
Ascoli", che l'anno scorso
aprendo le porte al prof Scoglio
fu l'inizio dei guai del Napoli. O
meglio, l'aggravante della crisi
partenopea. Il calcio di certo non
è scienza esatta quanto la
matematica, che fornisce però un
dato insindacabile: vero è che
mancano ancora quaranta partite, della
stessa veridicità anche il fatto
che le altre devono disputare
lo stesso numero di gare del
Napoli (se non una in più...).
Appare perciò incomprensibile la
scelta di fornire l'ennesima prova
d'appello - stavolta davvero
l'ultima - ad Agostinelli. Dovuta,
essenzialmente, a due motivi. Il
primo, la convinzione che al
Napoli serva una vittoria per
sbloccarsi, che dopo sarà
libero di volare. Sindacabile. Il
secondo, che la cacciata
dell'Ago della bilancia fra Napoli
e Moggi rischierebbe di
compromettere il futuro del club.
Insindacabile. E' proprio da
quest'ultima, forte,
considerazione che parte la nostra
disamina per individuare il
papabile successore di Agostinelli
qualora il tecnico romano sabato
sera non dovesse espugnare il
"Nereo Rocco" di
Trieste.
Simoni
50% Gigi è gestito dalla
GEA, dunque una sua scelta o meno
dipenderà dalla volontà
gestionale di Naldi. Se il
presidente riterrà di non essere
in grado di andare avanti senza
l'aiuto di Lucky Luciano, l'arrivo
di Simoni è scontato. Si
tratterebbe di una scelta che
farebbe felici tantissimi
napoletani, visto che se si
esclude la pirotecnica annata con
Walter Novellino, l'ex tecnico
dell'Ancona è stato l'ultimo a
far davvero bene a Napoli in
qualità di allenatore. Rimangono
i dubbi sulla sua abilità a
rilanciare una squadra in corsa,
visto che i suoi successi li ha
ottenuti tutti partendo con la
squadra dall'inizio della
stagione.
Vavassori
40% Non vincolato alla
scuderia di Moggi, anche lui è
stato contattato dal Napoli a
giugno. Gianni ha il vantaggio di
essere molto stimato da Naldi, che
lo ricorda come un arcigno
difensore con la maglia azzurra. In
verità di primo acchito una sua
chiamata apparirebbe difficile,
essendo un tecnico che, idee
tattiche a parte (è un
convinto sostenitore del 4-4-2) si
avvicina molto ad Agostinelli:
giovane, abile con i ragazzi
e poco esperto (ha cominciato ad
allenare, come Agostinelli, nel
1990). Al Napoli serve un
cocchiere navigato, anche se il
fatto che Sonetti si sia accasato
all'Ancona agevola la candidatura
di Vavassori - vincitore di un
campionato di B con l'Atalanta -,
che a prescindere potrebbe
andar bene in seguito e per
altri discorsi.
Zoff
9% E' l'ipotesi più
suggestiva. Non si può escludere
che, seppur in un grandissimo
segreto, fra le parti ci sia già
stato un colloquio. La voglia
matta di SuperDino di rimettersi
in discussione, peraltro in
quella che fu la sua città, è
grande, così come notevole è la
stima che l'ambiente azzurro nutre
verso un tecnico che portò
l'Italia vicina alla vittoria
dell'ultimo Europeo. Persona scaltra
e carismatica, uno solo il limite
che comporterebbe la scelta di
Zoff: la B per lui è categoria
nuova e sconosciuta, una selva
tutta da scoprire.
Altro
1% E' follia dare al
tifoso l'assoluta certezza di un
successore quando il titolare è
ancora in sella. Ed è anche bello
lasciare aperte le porte
dell'improbabile. Alla fine, Naldi
si ritroverebbe a scegliere uno
dei quattro profili sopra citati.
Ma sarebbe pura alchimia escludere soluzioni
che, seppur altamente
cervelloticche, restano sempre -
lontanamente - possibili.
Marco
Santopaolo
29/9/2003
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