di
Patricia
de Oliveira
Ciao
amici del PianetAzzurro,
Ho
ricevuto tante e-mail dagli utenti del sito e devo dire che sono molto contenta
nell' osservare che la rubrica CheckuPallone è importante per gli atleti ed i
tifosi che vogliono mantenere la buona salute mentale, emozionale e fisica
dentro e fuori delle gare sportive!
Qualche
mese fa ho scritto un articolo per un quotidiano qui in Brasile
sull’importanza della Psicologia nella formazione degli atleti, dei piccoli
prodigi dello sport.
Questa
settimana ho avuto una e-mail in cui mi si chiedeva un parere: il padre mi ha
scritto domandando perchè il figlio non è stato mai chiamato per giocare in
una squadra importante. Lui dice che il bambino ha talento, è bravo.. Allora
ho pensato che questo può essere un problema mondiale nello sport. A volte il
sogno parte dai genitori e non dai bambini. Così, metto in onda questo
articolo che secondo me è importantissimo per aiutarci a capire l’importanza
della psicologia fin dall’inizio nella vita di un atleta.
UNA
REALTA' NEL MONDO DELLO SPORT:
I
NOSTRI RAGAZZI ALLA RICERCA DEL SUCCESSO
La
Psicologia dello Sport ogni giorno prende più spazio in tutto il mondo, e
quindi la sua necessità si fa vedere in tanti settori sportivi.
Ogni
atleta deve essere valutato per il suo disimpegno, per le sue abilità, per i
suoi interessi, per le sue capacità di sviluppare bene le funzioni richiesti e
anche per le sue capacità di stabilire rapporti produttivi e gratificanti.
La
Psicologia dello Sport è oggi un pre-requisito per il migliore disimpegno di
ogni atleta, già che lo osserva come un essere integrale, aiutando nella
risoluzione degli aspetti negativi che sono inerenti al percorso della sua vita
sportiva. Questo percorso, formato di routine abbastanza pesante tra
allenamenti e gare, per la costante assenza familiare, per l’esposizione
esagerata ai media, rende ogni atleta un essere umano impedito di riconoscere
le proprie fragilità, dubbi e paure...
E
allora vorrei parlare un po' degli atleti giovani... Dei piccoli talenti che
sono caricati come adulti!!!
L’ideale
sarebbe che la Psicologia dello Sport cominciasse ad intervenire nella
formazione di questi atleti fin dall’inizio. È risaputo che a volte la
pratica precoce dello sport competitivo, invece di essere una buona ricompensa
e beneficiare il processo di maturazione emozionale può portare i bambini e i
giovani ad un livello di stress abbastanza grande; o sia, invece di essere una
attività piacevole, salutare, diventerà un evento traumatico per la forza
dello stress e della necessità di far felice i genitori, gli
allenatori, oppure le maestre della scuola.
La
pressione che appare con le esigenze dei genitori, dei familiari, degli amici e
del tecnico può influenzare negativamente lo sviluppo dell’auto-stima di
questi bambini ed adolescenti, che si auto-valuteranno riflessi con lo sguardo
di approvazione o di riprovazione delle persone che considerano importanti
nella loro vita.
Questo
rapporto padre-atleta-allenatore deve essere salubre, proporzionando un
ambiente favorevole, vantaggioso per l'atleta giovane. Tanto i genitori quanto
il tecnico devono fare una valutazione basata nei criteri di verifica dentro
una realtà attuale di questo atleta, della squadra a cui appartiene ed il
livello della competizione che potrà confrontare.
Il
successo non è solo vincere o avere il figlio come titolare, successo
corrisponde ad un sforzo giornaliero, alla ricerca di superarsi continuamente,
all'interesse per le azioni intelligenti dell'atleta all'interno della gara.
Competere
è una ottima attività quando ciò avviene in accordo con la realtà: stimola
la collaborazione interpersonale, aiuta l’auto conoscenza, stabilisce la
fiducia in se stesso, influenzando positivamente nella costruzione della
personalità del bambino.
È
importante ricordare che la scelta dello che il bimbo intende esercitare deve
di competenza esclusiva di quest'ultimo. Il ruolo dei genitori è quello di
sostenerlo nella sua scelta e
valutare sempre se i professionisti sono qualificati per aiutarlo in questa
lunga strada che si dovrà percorrere.
Attenzione:
ci sono quelli che desiderano trasformare i nostri bambini ed adolescenti in
“miniera d'oro", attribuendo a loro le responsabilità, le
richieste personali, gli sforzi fisici che in realtà la sua costituzione
psichica e fisiologica ancora non è preparata per assumere.
18/02/2003
Dott.ssa
Patricia de Oliveira
Musicoterapeuta
e Psicologa
Specializzata
in Terapia della Comunicazione
e
Terapia nello Sport
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