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DIESSE COI FIOCCHI…
La notizia che
tiene banco in questi ultimi giorni – a parte gli infortuni di cui ci si è
abbondantemente occupati – è il caso Empoli, che vede coinvolti il medico
sociale della squadra toscana e, forse, altri dirigenti, in ordine ai sorteggi
"truccati".
Il caso è esploso
la settimana scorsa rinfocolando le speranze quasi spente delle squadre che
seguivano le quattro di testa. Dopo i primi accertamenti, prendono corpo le
voci circa le sanzioni da applicare. Sei punti di penalità in tutto: pochino
per una così grave violazione dei doveri di lealtà sportiva.
Il Napoli, anche se
in forte crisi, potrebbe essere ripescata e rimessa in carreggiata da queste
vicende extracalcistiche. Ma una sanzione troppo morbida non gioverebbe alla
posizione in classifica ed alle speranze azzurre. E così, l’uomo che viene
pagato per guidare la dirigenza tecnica azzurra, il nostro benemerito diesse,
non ha nulla di meglio da dichiarare che "c’è piena fiducia nella
giustizia sportiva", quando le uscite della stessa magistratura sportiva
sono molto sconsolanti: si è passato dalla pesantissima sanzione della
retrocessione, alla penalizzazione di qualche punto, con un progressivo
ridimensionamento che non lascia presagire nulla di buono, almeno dal punto di
vista del Napoli.
In un calcio che
insegna che chi si lamenta di più la spunta, fare la voce grossa avrebbe
sortito effetti migliori. Non si tratta di scorrettezza e sottile gioco
psicologico (leggi: vittimismo) da portare avanti , come s’è più volte
visto, quanto alle lagne per i torti arbitrali subiti; che domenicalmente
ascoltiamo dai canali televisivi.
Qui si tratta di
far rispettare le più elementari regole del gioco e del confronto sportivo. I
toni morbidi e concilianti del diesse, fatti di un politichese di circostanza,
sono inoffensivi e preludono ad un finale che in gergo popolare può ben dirsi
"a tarallucci e vino".
Che siano questi
ultimi il cibo e bevande preferite di Pavarese?
di
Marcus
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