UN GIORNO DI FESTA? 

 

 

  

Due anni fa, mentre la Fiorentina falliva e piangeva, era il presidente più amato dai napoletani. Come dire, "cento milioni li aveva e li ha dati". Ha vestito i panni di Masaniello e ha liberato la città dal trentennale tiranno, senza che fosse versata una goccia di sangue. Con stile, con magnanimità. Era un 21 giugno di sole a Napoli e nel mondo. Un raggio di luce squarciava l'orizzonte e rifulgeva Soccavo, in tutto il suo splendore. Eccolo qua, il Salvatore. E' arrivato. Elegante, simpatico, genuino. Ricco. Napoletano. Non ci credeva la gente, stava forse sognando? Il Napoli era ferito, punto dai baffi di Corbelli e dai silenzi dell'ingegnere. Arriva lui, spunta dalla hall del suo albergo, Toto, con una valigia piena di miliardi. Un po' a te, un po' a te, un po' all'altro, un po' nel Napoli. Via tutti, signori, il Napoli è mio. Un sogno. C'è il presidente, ora.

Inaugurava una nuova era, Naldi. Proiezione olografrica dei sogni più arditi di ogni tifoso, un Godot che si materializza nel momento più insperato. Naldi sistema i bagagli a Soccavo e comincia a guardarsi intorno. E' il momento della conferenza stampa di presentazione. Concretezza, programmazione, lungimiranza, progetto. Parla di questo il presidente azzurro numero ventisei (l'ultimo?). Con cattiveria, oggi diremmo: "ne avesse azzeccata una..." ma in quel momento, lui, Toto, voleva restare presidente fino al 2026, festeggiando sulla poltrona più importante il centenario del ciuccio.

E invece, oggi, data in cui spegne le prime due candeline (sempre se abbia voglia di festeggiare) rischia di non prolungare di due giorni la sua avventura nel club azzurro. Rischia di cadere anche dal ciuccio. Il perché? Chiedetelo a quelle centoepassa persone che hanno gravitato nell'orbita SSC Napoli in soli ventiquattro mesi. Non solo a Naldi, che ha le sue responsabilità di aver scelto e avallato. Ma chiedetelo anche a loro. In fondo, Toto ha solo due anni in questo mondo. E rischia di lasciarlo giovane, molto giovane, da fanciullino. Chi lo sa. Oggi è un giorno di festa, domani potrebbe essere giorno funesto. Aspettiamo, aspettiamo, anche se trapela che la famiglia non voglia far regali al suo Toto. Che ha voluto la bici, ha voluto pedalare, ma poi si è visto mettere le rotelline prima e le catene poi. Finendo così in parallelo contrario con Della Valle. Oggi la Fiorentina canta per il ritorno in A. Della Valle, che ha comprato il giorno dopo e non il giorno prima, è osannato. Naldi, che ha fatto il contrario, è biasimato. Giustamente per quello che ha fatto in ventiquattro mesi, non per quello che fece ventiquattro mesi fa.

Auguri, presidente. Anche se, come ormai è chiaro, questo sarà l'ultimo di questi compleanni.

 

 

Marco Santopaolo                                   21/06/2004

                      

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