La
Covisoc
che
ha
escluso
21
squadre
dai
campionati
professionistici
ha
una
struttura
completamente
nuova.
Due
anni
fa,
il
professor
Victor
Uckmar
fu
messo
alla
porta
e
fu
nominato
un
nuovo
consiglio,
azzerato
nuovamente
lo
scorso
settembre
con
le
irrevocabili
dimissioni
del
professor
Salvatore
Pescatore
e
di
tutto
il
direttivo.
La
Figc
ha
provveduto
in
seguito
a
nominare
una
nuova
commissione,
quella
che
ha
operato
in
questi
ultimi
tempi. Presidente
è
il
professore
Cesare
Bisoni,
59
anni,
comasco,
ordinario
di
economia
delle
aziende
di
credito
all'università
di
Modena
e
Reggio
Emilia.
I
componenti
sono
quattro:
il
dottor
Domenico
De
Leo,
commercialista;
il
dottor
Tommaso
Di
Tanno,
commercialista,
professore
di
diritto
tributario
e
internazionale
comparato
presso
l'università
di
Cassino;
l'avvocato.
Enrico
Giordano
esperto
di
diritto
societario
e
di
mercati
finanziari;
il
dottor
Giovanni
Grazzini,
commercialista.
Proprio
il
nome
di
Grazzini
è
pronto
a
provocare
un
vero
e
proprio
terremoto
che
potrà
provocare
gravissime
conseguenze
per
un'estate
pronta
a
riscaldarsi
pericolosamente.
Grazzini,
spezzino
di
nascita,
è
stato
infatti
condannato
in
primo
grado
a
due
anni
per
bancarotta
fraudolenta, relativa
alla
distrazione
di
6
miliardi
di
lire,
secondo
l'accusa,
operata
con
la
fusione
tra
due
società,
la
Allestimenti
e
la
Fratelli
Signani e alla
distrazione
di
oltre
un
miliardo
di
vecchie
lire
operata
attraverso
contratti
con
la
banca
di
affari
Paris
Bas. Il
commercialista
è
rimasto
coinvolto
in
una
vicenda
di
fallimento
di
un'azienda che
ha
indotto
il
tribunale
a
condannarlo. Si
tratta,
come
detto, della
"Allestimenti
Signani"
di
Albiano
Magra,
azienda
di
allestimenti
navali
di
cui
era
uno
dei tre
sindaci
revisori.
Una
decisione
pesantissima,
ancora
più
grave
il
fatto
che
in
Federcalcio
della
vicenda
nessuno
sapesse
nulla. Una
nuova
spallata
per
un
organo
di
controllo
che
già
dodici
mesi
fa
si
era
trovata
a
fare
i
conti
con
due
casi
spinosi:
quello
delle
fideiussioni
false
(la
commissione
fu
anche
indagata)
e
quello
dell'Aquila
Calcio
Spa,
società
abruzzese
esclusa
e
poi
riammessa
dal
Tar. Adesso,
a
pochi
giorni
dalla
ratifica
dell'esclusione
di
questa
società,
si
viene
a
sapere
che
la
condanna
risale
a
più
di
un
mese
fa.
Un
fatto
ancora
più
grave,
visto
che
Grazzini
ha
continuato
ad
operare
senza
neanche
essere
sospeso.
Quale
credibilità
dare
ad
un
organo
di
controllo
dei
bilanci
quando
uno
dei
membri
è
stato
condannato
per
bancarotta
fraudolenta?
Molte
società
se
lo
chiederanno
e
sono
pronte
a
dar
seguito
a
ricorsi
ed
interrogazioni
parlamentari
che
finiranno
di
rovinare
un'estate
da
vivere
nell'ombra
dei
tribunali.