UN TUFFO NEL PASSATO

L'anno scorso, di questi tempi, il tifoso napoletano poteva guardare al futuro con ottimismo e speranza. Le premesse per vedere qualcosa di buono e per ricevere dal Napoli qualche gioia , dopo tanti dolori, c'erano tutte.

Anzitutto si era verificato l'evento tanto atteso: il titolare della quasi totalità del pacchetto azionario del Napoli, Corrado Ferlaino, ne aveva ceduto la metà. Pareva questo il primo passo per un mutamento effettivo ai vertici della società, che avrebbe riaperto prospettive di successi e soddisfazioni, grazie all'apporto di nuovi capitali e all'affetto dei vecchi tifosi.

Le dichiarazioni di programma erano quantomai incoraggianti : un paio d'anni, e il Napoli sarebbe stato competitivo per la zona Uefa.

Dopo un anno, le speranze sono naufragate miseramente. La squadra è in serie B, la società versa in difficoltà economiche; soprattutto, non riesce ad accontentare i desideri del tecnico, con l'aggravante della intrusione nella sfera di competenza di quest'ultimo, che si trova nella paradossale situazione di chi, richiesto di compiere un'opera, non venga fornito del necessario materiale.

Tutto ci˜ ricorda la storia di quel meccanico al quale fu chiesto di montare un'automobile: gli si diedero dieci carburatori, otto portiere, cinque motori, una ruota e nessuno sterzo.....( e non vi dico che fine fece il malcapitato che sal" sull'auto!).

Dove vanno ricercate le ragioni di tali sciagure?

Occorre a questo punto fare un passo indietro e tornare al tempo dell'accordo Ferlaino-Corbelli.

Costituisce ovvia premessa delle considerazioni che seguono un dato di comune buon senso: una società deve fondarsi su intenzioni e programmi dei singoli soci che siano comuni o comunque compatibili. E' avvenuto questo? Per condurre una società calcistica di vertice, o che aspiri ad esserlo, è necessaria una notevole mole di investimenti, soprattutto nel caso in cui la società sia sprovvista di un parco calciatori di valore non eccelso (per intenderci: comproprietà, prestiti e giocatori di non alto livello).Questi investimenti da quali tasche sarebbero saltati fuori? Non da quelle di Ferlaino, naturalmente, per ragioni arcinote che non è il caso di ripetere. E allora? Il socio Corbelli avrebbe dovuto investire per rafforzare la società facendo crescerne il valore, beneficiando Ferlaino. Strana società: un socio investe e l'altro lucra sul denaro altrui.

Evidentemente le cose non potevano andare così. La sostanza dell'accordo verosimilmente prevedeva il "galleggiamento" in serie A, senza infamia e senza lode, con il ricavo di utili cospicui dai proventi che il Napoli è comunque in grado di garantire, grazie, in un modo o nell'altro, a propri tifosi, vera fonte della remuneratività della gestione della società.Gli utili sarebbero serviti ad un socio per far fronte ai propri debiti personali con gli Istituti di credito, all'altro socio per ottenere frutti cospicui dal fresco investimento. ben vedere ,dunque, la compatibilità dei programmi esisteva, ma non era ciò che i tifosi si aspettavano....

di Marcus

 

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