VIDIGAL PRETENDE UNA SQUADRA PIU' IMPORTANTE
Nel Napoli che torna squadra
esistono ancora "mele marce" che destabilizzano l'ambiente. Il compito
primario di Corbelli dovrà essere quello di creare una società forte ed
organizzata, che sappia farsi rispettare e crediamo che da un imprenditore del
nord questo potrà essere presto attuato. Da un calciatore che da quando è a
Napoli ha disputato la miseria di appena tre partite t' aspetteresti al rientro
una gran voglia di ripagare il suo club e i tifosi che pur avendolo potuto
apprezzare poco o niente continuano a puntare molto su di lui. Ed invece niente
di tutto questo, l'unico scopo di Vidigal (nella foto) è andar
via, e non fa nula per nasconderlo. Sentiamolo: "Voglio giocar bene per il
Napoli e soprattutto per me. Aiutando il Napoli, infatti, aiuterò me stesso,
visto che ci sono molte squadre che continuano a tenermi d’occhio. Sì, spero
di giocare presto e bene qui per trasferirmi poi in una squadra più importante.
Una squadra nella quale mettermi in mostra per non perdere il Mondiale. Perché
per me il Mondiale è assai importante. Un’opportunità da non mancare".
Chiarissimo il disegno. Vidigal, il cui rientro - seppure part time, a patto che
De Canio lo trovi utile alla causa azzurra - è previsto per l’inizio di
novembre, punta a un paio di mesi di calcio eccellente per poi fare la valigie e
cercare gloria altrove."È un vecchio discorso che ho con la società e che
porterebbe vantaggi a tutti quanti", insiste Vidigal. Ma è soprattutto il
segno che il portoghese non si rassegna proprio a giocare almeno un anno in B
nel Napoli.
Assurdo questo Vidigal che forse non ha bene compreso che il Napoli pur essendo
in B (anche per colpa sua) è pur sempre una piazza importantissima e cosa più
rilevante è che a chi lo paga e soprattutto ai tifosi delle sue ambizioni
peronali come può essere rincorrere un Mondiale proprio non può interessare.
Oltretutto è vero che il Napoli, soprattutto da chi per una ragione
oppure per un’altra non ha avuto niente, meriterebbe un po’ più
d’attenzione. Quell’attenzione e quella partecipazione che, ad esempio,
altri stranieri si sono rassegnati a dare. Il caso di Saber è quello più
clamoroso. Il marocchino non voleva saperne della serie B. A Brusson il primo
strappo, poi il malanno immaginario che lo tenne più d’una settimana a
Casablanca e non gli consentì di rientrare per gli allenamenti a San Marino,
poi l’esclusione dal gruppo di lavoro, infine, dopo un paio di mesi di inutili
tentativi di trovarsi una destinazione nuova, Saber si rassegnò. Tanto è vero
che oggi è tornato in gara per un posto sulla destra.
Diversa la posizione di Husain. Anche lui pensando alla nazionale ed al Mondiale
non ha mai fatto mistero della voglia di trovare un club di primo piano.
"Ma - ha sempre detto - se dovessi restare al Napoli non sarebbe un
problema". Posizione ragionevole e da professionista esemplare, dunque,
quella dell’argentino. E posizione ancora più conveniente fu quella di Sesa,
anch’egli nazionale e anch’egli in debito col club. "Voglio restare per
dare al Napoli quel contributo che non ho saputo dare", disse. È vero,
quel contributo il Napoli non l’ha avuto ancora, però, almeno ci ha provato.
A ben vedere dunque chi continua a destabilizzare il gruppo è il solo Vidigal.
Certo l'impresa del portoghese si preannuncia ardua, trovare una collocazione
stabile nel rinvigorito centrocampo del Napoli delle ultime gare, giocare bene
(avendo raggiunto una buona forma), convincere un grande club ad investire su di
lui e poi approdare al Mondiale,,,Date le premesse, fossimo in Vidigal
penseremmo prima a raggiungere una forma accettabile e giocare, per lui che non
calca il rettangolo verde da una vita già sarebbe un bella impresa. Fossimo in
Corbelli faremmo capire a Vidigal che o si mette in testa di arruolarsi alla
causa Napoli, o il Mondiale se lo può preparare anche fuori rosa col
preparatore personale.
di Vincenzo Letizia